FONDAZIONE RENATO BIROLLI ETS

Nasce a Milano Fondazione Renato Birolli ETS

Il Presidente Viviana Birolli e i membri del Consiglio d’amministrazione sono lieti di annunciare la costituzione della Fondazione Renato Birolli ETS.

La Fondazione si propone come missione di tutelare, preservare, condividere e valorizzare l’eredità eccezionale del pittore Renato Birolli (1905-1959), figura emblematica e protagonista di spicco dell’arte italiana del XX secolo. Concepita come un archivio vivente, la Fondazione raccoglie il testimone delle attività dell’Archivio Renato Birolli, che da oltre sessant’anni documenta la produzione pittorica dell’artista, rilanciandone la figura in un ambizioso progetto di respiro internazionale, in stretto dialogo con la creazione attuale.

Un patrimonio documentario e artistico unico da conservare e condividere

Lungo tutta la sua parabola, Renato Birolli è stato un protagonista indiscusso non solo del panorama artistico, ma anche del dibattito storico-critico italiano della prima metà del XX secolo, grazie a un’intensa attività pubblicistica di scritti di critica e di poetica. Fedele alle missioni dell’Archivio, la Fondazione metterà a disposizione del pubblico in versione digitale il vasto corpus di scritti autografi, tra cui numerosi scritti di poetica e svariati epistolari con i principali critici italiani della prima metà del XX secolo, oltre a un nutrito corpus di ritagli di giornale, cataloghi e brochure di esposizioni raccolti dall’artista tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta. Grazie a collaborazioni strette con il mondo accademico e scientifico, la Fondazione promuoverà un programma di valorizzazione di questo patrimonio documentario e artistico unico, in piena sintonia con la sua missione sociale di condivisione e accesso al sapere del più grande pubblico.

Un’eredità da proteggere e tutelare

L’Archivio Renato Birolli recensisce e tutela l’opera dell’artista da oltre sessant’anni, grazie a una storia familiare fatta di passione e trasmissione: inizialmente gestito da Rosa Birolli, vedova dell’artista, l’archivio ho potuto continuare a crescere senza soluzione di continuità grazie all’implicazione di Zeno e Marco Birolli, figli dell’artista, e di Viviana Birolli, nipote dell’artista e storica dell’arte. Nell’ambito della sua missione di tutela e promozione dell’opera dell’artista, la Fondazione Renato Birolli ETS riassume le attività di expertise, lotta contro i falsi e archiviazione in formato cartaceo e digitale dell’archivio, rinforzandone il progetto di raccolta iconografica e documentaria in vista dell’edizione del nuovo catalogo generale dell’opera di Renato Birolli.

Un progetto concepito per coniugare eredità storica e prospettive contemporanee

La Fondazione Renato Birollli ETS nasce per iniziativa di Viviana Birolli, storica dell’arte dottoressa di ricerca dell’Université Paris Panthéon-Sorbonne, critica e curatrice d’arte contemporanea, con il preciso intento di coniugare eredità storica e prospettive contemporanee. Renato Birolli è stato un animatore culturale e artistico infaticabile, in prima linea in alcune delle principali esperienze storico-artistiche della prima metà del XX secolo: la battaglia contro i canoni artistici rigidi del Novecento artistico in un’ottica di rinnovamento e di apertura europea; l’esperienza della rivista e del movimento di Corrente, che nel Ventennio promuove un programma di resistenza poetica alla pragmatica fascista; il Fronte Nuovo delle Arti e il Gruppo degli Otto, che nel Dopoguerra rivendica la totale libertà dell’arte anche a fronte dei rischi d’ideologizzazione dell’arte del realismo sociale. Fedele a questa linea critica indocile ma sempre aperta alle esperienze più attuali, la Fondazione promuoverà un programma di iniziative volte a restituire pieno valore al percorso storico-artistico dell’artista negli anni della sua attività, ma anche ad aprirla a nuovi inattesi dialoghi con la creazione contemporanea.

Un’eredità da proteggere e da tutelare

L’Archivio Renato Birolli recensisce e tutela l’opera dell’artista da oltre sessant’anni, grazie a una storia familiare fatta di passione e trasmissione: inizialmente gestito da Rosa Birolli, vedova dell’artista, l’archivio ho potuto continuare a crescere senza soluzione di continuità decennio dopo decennio grazie all’implicazione dei figli dell’artista, Zeno e Marco Birolli, e, più recentemente, della nipote, Viviana Birolli. Nell’ambito della sua missione di tutela e promozione dell’opera dell’artista, la Fondazione Renato Birolli ETS riassume le attività di expertise, lotta contro i falsi e archiviazione in formato cartaceo e digitale dell’Archivio, rinforzandone il progetto di raccolta iconografica e documentaria in vista dell’edizione del nuovo catalogo generale dell’opera di Renato Birolli.
 

Un progetto italiano di respiro risolutamente internazionale

La Fondazione Renato Birollli ETS nasce per iniziativa di Viviana Birolli, storica dell’arte dottoressa di ricerca dell’Université Paris Panthéon-Sorbonne, critica e curatrice d’arte contemporanea, con il preciso intento di coniugare eredità storica e prospettive contemporanee. Renato Birolli è stato un animatore culturale e artistico infaticabile, in prima linea in alcune delle principali esperienze storico-artistiche della prima metà del XX secolo: la battaglia contro i canoni artistici rigidi del Novecento artistico in un’ottica di rinnovamento e di apertura europea; l’esperienza della rivista e del movimento di Corrente, che nel Ventennio promuove un programma di resistenza poetica attiva alla pragmatica fascista; il Fronte Nuovo delle Arti e il Gruppo degli Otto, che nel Dopoguerra rivendicano la totale libertà dell’artista a fronte dei rischi d’ideologizzazione dell’arte del realismo sociale. Fedele a questa linea critica indocile ma sempre aperta alle esperienze più attuali, la Fondazione promuoverà un programma di iniziative volte a restituire pieno valore al percorso storico-artistico dell’artista negli anni della sua attività, ma anche ad aprirla a nuovi inattesi dialoghi con la creazione contemporanea.

Un progetto italiano dal respiro risolutamente internazionale

Se è profondamente radicata al cuore della vicenda storico-critica italiana, l’arte di Renato Birolli si iscrive anche di diritto ai vertici del panorama artistico internazionale del XX secolo.

Dalla prima mostra newyorkese alla Catherine Viviano Gallery (1951) alla morte dell’artista, sopraggiunta prematuramente nel 1959, l’attività espositiva di Renato Birolli si fa particolarmente intensa soprattutto all’estero: negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra, Svizzera e Germania. Caratterizzate da una sintassi compiutamente astratta, le opere di questo periodo dialogano con gli esiti più maturi della temperie informale internazionale, cui imprimono una peculiare svolta lirica e un’impronta naturalistica distintiva.

Costituita in Italia con la collaborazione di un team di esperti d’arte italiani, la Fondazione Renato Birolli ETS nasce con l’obiettivo di ridare lustro e spessore storico-critico all’opera dell’artista in un’ottica risolutamente internazionale: grazie a mostre di respiro internazionale sul territorio italiano, ma anche e soprattutto iniziative espositive e di ricerca all’estero e collaborazioni con creatori e istituzioni internazionali.

Un gruppo di esperti di prestigio

Presieduta da Viviana Birolli, la Fondazione Renato Birolli ETS si avvale della collaborazione di Carlo Ettore Colombo, in qualità di Vice-Presidente e Segretario Generale, dal grande collezionista milanese Avvocato Giuseppe Iannaccone e di un nutrito gruppo di esperti attivi nel comitato scientifico e culturale della Fondazione: oltre a Viviana Birolli, Luca Massimo Barbero, Elena Pontiggia, Paolo Rusconi, Sileno Salvagnini, Ernesto Damiani e Nico Stringa, tutti esperti rinomati dell’arte della prima metà del XX secolo impegnati sia nella ricerca accademica e scientifica, che nella valorizzazione storico-critica del patrimonio culturale italiano del XX secolo.

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Verso la Fondazione Renato Birolli

Verso la Fondazione Renato Birolli

La tesi di laurea magistrale Vers la Fondation Renato Birolli in Economia e Finanza, curriculum Wealth Management, dedicata a uno studio patrimoniale comparato su scala europea del contesto filantropico in arte, ha ricevuto il premio CUM LAUDE quale migliore lavoro di ricerca per l’anno accademico 2023-2024 in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi della Aix-Marseille School of economics tenutasi a Marsiglia venerdì 11 ottobre 2024.

Preludio alla costituzione della nascente Fondazione d’arte Renato Birolli, questo lavoro interviene nel processo di costituzione di un ente del terzo settore dedicato alla promozione e al rilancio dell’opera di Renato Birolli nell’ottica di un dialogo internazionale con la creazione contemporanea. Il riconoscimento ottenuto conforta i futuri fondatori sulla stabilità e sui fondamenti del progetto che vedrà la luce nel corso del 2025. La fondazione sarà presieduta e diretta dalla Dottoressa Viviana Birolli, nipote dell’artista e curator.

Renato Birolli, La vigna è bianca, 1954, olio su tela, 127x63 cm, Milano, collezione privata

Renato Birolli dalla matita al pennello

Renato Birolli. Dalla matita al pennello

Una mostra a cura di Viviana Birolli e Paolo Rusconi

31 marzo – 11 giugno 2023

Inaugurazione 30 marzo, ore 18

Casa Museo Boschi Di Stefano, via Giorgio Jan 15, Milano

Scuola di ceramica, piano terra

Il mio quadro all’inizio è come un seme

Un viaggio alla riscoperta del percorso creativo di Renato Birolli attraverso più di sessanta opere, in un dialogo tra ricerca grafica e sperimentazione pittorica: dalla matita al pennello, dalla carta alla tela, dalle arcadie inquiete di Eden e Caos ai celebri Incendi delle Cinque Terre.

Dal 31 marzo all’11 giugno 2023, Casa Museo Boschi Di Stefano dedica, negli spazi della Scuola di ceramica, una mostra al pittore veronese Renato Birolli (1905-1959). Protagonista della pittura italiana del Novecento, Birolli ha segnato tre decenni del dibattito artistico italiano con la sua opera pittorica e la sua attività critica.

La mostra

Renato Birolli. Dalla matita al pennello, a cura di Viviana Birolli e Paolo Rusconi, ripercorre attraverso più di sessanta opere l’intera traiettoria creativa dell’artista, concentrandosi sul rapporto tra grafica e pittura, con particolare attenzione al ruolo del disegno: dalla figurazione trasognata e visionaria degli anni Trenta all’astrattismo gestuale di matrice naturalistica degli Incendi degli anni Cinquanta, dalle prime mostre milanesi alla consacrazione internazionale.

La mostra si articola in quattro nuclei tematici principali, organizzati lungo l’asse cronologico: la “linea poetica” degli anni della reazione ai dogmi pittorici novecentisti e di regime (1930-1937); la “linea politica” degli anni di “Corrente” e della Resistenza (1938-1946); “forma-colore” e “materia-energia” degli anni del Fronte Nuovo delle Arti, del Gruppo degli Otto e del lirismo astratto dominato dal magistero del colore (1950-1959). Le quattro sale dell’esposizione rappresentano quindi altrettante tappe della storia e del percorso creativo di un artista e pensatore poliedrico che fu e restò sempre “un pittore fino nei denti, con che vorrei mangiare tutto”.

Dalla carta alla tela

L’accostamento di oli su tela e di opere su carta (disegni, inchiostri, pastelli, acquerelli) offre una prospettiva inedita di lettura della parabola del pittore e una chiave d’accesso privilegiata all’intimità del suo atelier: dalla matita al pennello, dalla carta alla tela. Se dell’artista è infatti nota l’acuta sensibilità cromatica che ne contraddistingue la ricerca pittorica, meno conosciuta è l’importanza del disegno e della grafica: la sperimentazione grafica riveste nondimeno un doppio ruolo cruciale, di esplorazione del reale e di prospezione plastica, lungo l’intero iter creativo del pittore.

Il tessuto cromatico denso dei pastelli del 1935 (Figure nel bosco) e il tratto nervoso dei gruppi di figure dei disegni del 1936 (Studio per la vita felice; Gli uomini che giocano con la luna) prefigurano il dissolversi della linea nel dinamismo del colore di Eden e Caos (n. 2), entrambe del 1937. Le cromie secche e brutali dei Disegni della Resistenza (1944) accompagnano i ritratti “contadini” degli anni Quaranta, testimonianze della quotidianità del pittore nelle campagne lombarde ma anche denunce della brutalità della guerra. I rapidi tratti d’inchiostro acquarellato dei pescatori e delle pescatrici di Porto Buso (1950) e Bocca di Magra (1951) sono invece il primo “presagio di forma” delle “storie di terra e di mare” che trovano un’eco internazionale alla Catherine Viviano Gallery di New York (1951, 1955, 1958).

La collezione Boschi Di Stefano

Renato Birolli. Dalla matita al pennello si inserisce nel percorso di ricerca e valorizzazione della collezione Boschi Di Stefano e dei suoi protagonisti. Una straordinaria occasione per scoprire un corpus ancora poco noto di opere grafiche provenienti da collezioni private in dialogo con i dipinti della raccolta solitamente non esposti, come Eden del 1937, il Ritratto di Quasimodo del 1941, Gallo morto del 1942, Contadino e Contadino che mangia l’anguria, entrambe del 1944.

Antonio Boschi e Marieda Di Stefano hanno infatti seguito con interesse la carriera di Birolli fin dagli esordi, come testimoniano anche le quattro opere degli anni Trenta incluse nel percorso permanente della Casa Museo: Paesaggio urbano, Eldorado, Le grandi mistiche e Caos (n. 2).

Per l’occasione, Caos (n. 2) lascerà la quadreria allestita nella Casa Museo per essere eccezionalmente esposto nella Scuola di ceramica e sarà sostituito da L’età felice, un’opera solitamente custodita nei depositi.

Grazie alla generosità dell’Archivio Renato Birolli, il percorso di visita è completato da un corredo fotografico e da risorse documentarie accessibili online.

Scarica il comunicato stampa della mostra

Renato Birolli - Dalla matita al pennello